02 aprile 2009

INACCETTABILE RADUNO NAZIFASCISTA A MILANO

RADUNO INTERNAZIONALE

NAZIFASCITA A MILANO


COMUNICATO DELL'ANPI



A.N.P.I.

A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E P A R T I G I A N I

D ' I T A L I A

COMITATO NAZIONALE

____


00192 Roma ­ Via degli Scipioni, 271 ­ Telefoni 06/3211949 ­ 3212345 ­

3212807­ Fax 06/3218495 Ente Morale Decreto Luogotenenziale n. 224

del 5 aprile 1945 ­ c/c p. 36053007­ Cod. Fisc. 00776550584 www.anpi.it -
e-mail anpisegreteria@libero.it oppure anpi.naz@libero.it
comunicato stampa




NO ALLA PROVOCAZIONE NAZIFASCISTA

L'ANPI SOLIDALE CON MILANO MEDAGLIA D'ORO DELLA

RESISTENZA



La Segreteria Nazionale dell'ANPI denuncia come provocatorio, vergognoso
e inaccettabile il raduno internazionale nazifascista promosso da "Forza
Nuova" a Milano per il 5 aprile.

Esso costituisce una intollerabile offesa alla Città di Milano, Medaglia d'Oro
della Resistenza e capitale della Guerra di Liberazione che sarà celebrata
ancora una volta il 25 aprile, e che pose fine alla dittatura fascista e alla
occupazione straniera nazista, aprendo al Paese la stagione della libertà e
della democrazia.

La Segreteria Nazionale dell'ANPI chiede al governo e al ministro

degli Interni di vietare il raduno nazifascista in applicazione

delle leggi dello Stato nel rispetto doveroso dei valori dell'antifascismo

e dei principi e delle norme costituzionali di libertà, democrazia, diritti

umani e serena convivenza civile, misconosciuti e contrastati da "Forza

Nuova" con fomentazioni di odio, razzismo e violenza contro persone,

simboli e luoghi della memoria della Resistenza.

La Segreteria Nazionale dell'ANPI si rivolge a tutti i suoi Comitati

provinciali e regionali, ai singoli cittadini, alle associazioni democratiche,

alle forze politiche antifasciste, ai Sindacati e Istituzioni dello Stato

affinché in ogni parte del Paese si susciti lo sdegno e la protesta contro

il raduno nazifascista e con adeguate iniziative e manifestazioni popolari

sia celebrato il 25 aprile a memoria di quanti, civili e militari, donne e

uomini dettero la loro vita o combatterono per una Italia libera,

democratica e repubblicana.

Roma, 27 marzo 2009


La Segreteria Nazionale dell'ANPI




VOGLIONO EQUIPARARE EX FASCISTI REPUBBLICHINI AI PARTIGIANI

Il testo della lettera che segue, è il civilissimo modo di urlare scandalo e vergogna contro chi tenta di equiparare gli ex fascisti repubblichini ai partigiani. Per questo, giustamente, l’Anpi chiama a raccolta i compagni ed i democratici antifascisti che non possono consentire che nel marasma revisionista, e nell’incultura piduista del presidente del consiglio, trovino spazio simili stupri della memoria collettiva. In Italia, costoro possono permettersi perfino queste schifose posizioni, solo perchè una vera agibilità democratica è stata garantita dai partigiani e resistenti al prezzo della vita stessa, contro nazisti invasori e fascisti (di prima e seconda ora) repressori



“Cari compagni,

si è aperta alla Camera dei Deputati la discussione sul disegno di legge n. 1360. Esso prevede (pretende) di equiparare partigiani, militari e deportati ai repubblichini di Salò, a proposito della assegnazione di un istituendo Ordine del Tricolore. L’articolo 2 di tale disegno di legge così recita: “L’onorificenza è conferita a coloro che hanno prestato servizio militare, per almeno sei mesi, in zona di operazioni, anche a più riprese, nelle Forze armate italiane durante la guerra 1940-1945 e invalidi, o nelle formazioni armate partigiane o gappiste, regolarmente inquadrate nelle formazioni dipendenti dal Corpo volontari della libertà, ai combattenti della guerra 1940-1945, ai mutilati ed invalidi della guerra 1940-1945 titolari di pensione di guerra e agli ex prigionieri o internati nei campi di concentramento di prigionia, nonché ai combattenti nelle formazioni dell’esercito nazionale repubblicano durante il biennio 1943-’45”. La relazione che accompagna il disegno di legge sostiene “la pari dignità di una partecipazione al conflitto di molti combattenti, giovani e meno giovani, cresciuti nella temperie culturale guerriera e imperiale del ventennio, che ritennero onorevole la scelta a difesa del regime ferito e languente”. L’ANPI e tutte le forze politiche, sociali, culturali che si richiamano all’antifascismo e ai valori della Resistenza sanciti nella Costituzione della Repubblica non possono che respingere il disegno di legge attualmente in discussione nella Commissione Difesa della Camera.

LA SEGRETERIA NAZIONALE DELL’ANPI

21 marzo 2009

SABATO 21 MARZO - VENEZIA - MANIFESTAZIONE REGIONALE- LA PRIMAVERA DELLA SCUOLA MANI>FESTA -


Bellissima manifestazione sabato pomeriggio a Venezia.

I comitati per la buona scuola del Veneto, genitori ed insegnanti, avevano indetto una manifestazione regionale per ribadire il vero e proprio referendum rappresentato dalle preiscrizioni per la scuola primaria scadute il 28 febbraio.
Ben il 98% di genitori del Veneto ha scelto il tempo pieno e il tempo lungo, bocciando le 24 ore con il maestro unico.
Ieri un migliaio tra genitori ed insegnanti ha marciato dalla Stazione FF.SS fino a c.po San Geremia - sede regionale RAI - e ha presidiato il campo con musica , giochi, materiale informativo contro la manovra gelmini/tremonti, contro il maestro unico. Ben 30.000 i moduli alternativi raccolti nel Veneto dalla segreterie della buona scuola.

I precari della scuola presenti alla manifestazione hanno distribuito il volantino qui sotto.



------------------------------------VOLANTINO PRECARI ----------------------------------

Manovra Tremonti /Gelmini sulla scuola:
131.900 licenziamenti in tre anni,
in cinque anni quasi 200.000 docenti e ata licenziati!

I tagli previsti nei prossimi anni al personale della scuola pubblica, rappresentano il più grande licenziamento di massa della storia della Repubblica Italiana.


Decine di migliaia di precari, ai quali scadrà il contratto a tempo determinato il prossimo 30 giugno o 31 agosto, e che non saranno riassunti all´inizio del prossimo anno scolastico, non potranno neppure rivendicare lo status di licenziato, di disoccupato e saranno destinati all´invisibilità.
Nel Veneto è previsto per il prossimo anno un aumento di circa 7.000 alunni.
Abbiamo assistito inoltre ad un vero e proprio plebiscito, - addirittura il 98% - da parte delle famiglie nel richiedere, al momento delle prescrizioni alla scuola primaria, il tempo lungo e il tempo pieno, escludendo le 24 ore con il maestro unico della Gelmini. Famiglie che ora attendono un organico di docenti e A.T.A. adeguato per un buon tempo scuola.
Di fronte a questo, il piano Tremonti - Gelmini della Legge 133 prevede per il Veneto (solo per il prossimo a.s., ma i tagli continueranno anche negli anni successivi) un taglio di circa 3.500/4.000 docenti, oltre a ben il 17% in meno, in tre anni, del personale A.T.A..

I precari della scuola devono alzare la testa!

Il sistema d´istruzione, in questi anni, ha funzionato per il loro lavoro ed ora la Gelmini intende smantellare la scuola pubblica, riducendo orari, togliendo materie, ritornando alla "maestra unica", aumentando in modo spropositato e contro tutte le norme sull´edilizia scolastica e la sicurezza, il numero di allievi per classe, per espellere definitivamente dalla scuola e dal mondo del lavoro, migliaia e migliaia di docenti e ata, anche dopo decenni di servizio e concorsi superati.
L´ex ministro Fioroni (PD), responsabile comunque dei tagli degli anni scorsi, ha presentato al Parlamento una proposta per una indennità di disoccupazione speciale rivolta ai precari della scuola: una sorta di elemosina per coloro che resteranno fuori dalle nomine del prossimo anno, avendo lavorato quest´anno per almeno 180 giorni.
Già alcuni sindacati pare siano disponibili a trattare su questa ipotesi.
Nessuno deve trattare sulla nostra testa!
La scuola non è una fabbrica in crisi, non è un´azienda che non riesce a vendere le proprie merci ed è costretta a produrre di meno, eliminando parte della propria forza-lavoro con licenziamenti e cassa integrazione.
La Scuola anzi presenta un aumento di iscrizioni ed un aumento di domanda sociale di istruzione e formazione, proprio per uscire dalla crisi.
Vogliono espellere i precari, smantellando la scuola pubblica.

TUTTO PER FARE CASSA CON TAGLI PER 8 MILIARDI ALLA SPESA PER L´ISTRUZIONE.
MILIARDI DI EURO DA VERSARE A BANCHE ED IMPRESE RESPONSABILI DELLA CRISI ECONOMICA GLOBALE

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!


RETE ORGANIZZATA DOCENTI E ATA PRECARI del Veneto
Venezia, 21 marzo 2009


Alla manifestazione hanno partecipato i rappresentanti dei Comitati dei genitori e degli insegnanti delle scuole di Spinea






15 marzo 2009

Il Comitato cittadini di Crea e il Passante

PASSANTE APERTO E A CREA NON SI DORME E NON SI VIVE PIU'

I cittadini di Crea sono indignati per come si vive nelle loro case da quando è stato aperto il passante Dolo Quartod'Altino.
Infatti la loro vita è fortemente peggiorata da quando sono arrivate le prime ruspe per la costruzione della bretella più discussa del momento. Oggi, che da alcune settimane, l'arteria, inneggiata come il gioiello d'Italia, è stata aperta, hanno smesso del tutto di vivere serenamente.

La qualità della vita è scaduta, così come la qualità dell'aria.

Tutto compromesso dall'incredibile vicinanza dell'asse stradale alle case adiacenti a via Rossini.
Chi conosce la zona la ricorda come una tranquilla zona residenziale alla periferia estrema di Spinea, ai confini con il comune di Mira e Mirano.
Ora non si crede a quello che si vede.

Dai giardini di casa questi cittadini possono solo ammirare un panorama desolante, possono solo respirare polveri sottili, possono solo ascoltare la colonna sonora dal passaggio di 36000 veicoli al giorno, Tir compresi.



Un' esistenza rovinata, in nome della viabilità del Veneto, se non di tutto il Nord-est.
Loro però non ci stanno; si sono organizzati con un Comitato e hanno fatto una raccolta di firme che hanno presentato al Commissario per il Passante Silvano Vernizzi, al Sindaco di Spinea, Al Presidente della Giunta Regionale, all'assessore Trasporti Regione R. Chisso, al Direttore ASSL 13 A. Orsini, al Presidente della Provincia D. Zoggia e al Direttore dell'ARPAV A. Drago.
Chiedono tra le altre cose come mai è stato aperto il passante senza provvedere alla sistemazione delle opere ambientali di mitigazione. Infatti come si può vedere dalle foto proprio in coincidenza del tratto corrispondente con le case di via Rossini, assurdamente non vi sono le barriere fonoassorbenti.

Questo però, anche ammesso che l'intervento venga fatto immediatamente, non sarà sufficiente a garantire la mitigazione dell'impatto ambientale che tale opera ha nel contesto abitativo.

Inoltre per completare la panoramica dell'accanimento ambientale contro i cittadini di questa zona, incombe la prevista apertura per fine maggio del nuovo casello che passa proprio dietro alle stesse case.
Quindi oltre a chiede barriere, però più alte di quelle esistenti in alcuni tratti, i cittadini di Crea vogliono garanzie sull'esecuzione della messa in opera, per tutto il tratto che confina con via Rossini, di una collina di terrapieno, plantumata con vegetazione adatta alla mitigazione.

PERICOLO APERTURA CASELLO
I cittadini inoltre sono fortemente preoccupati per l'apertura del casello a Crea, non in contemporanea con quello di Scorzè/Martellago. Infatti nelle intenzioni della Regione è di completare la fruibilita del collegamento Dolo - Quarto d'Altino con la prossima apertura di giugno del Casello di Spinea e nel 2010 quello di Martellago.
Ciò provocherà un forte aumento del traffico nella zona di Crea e comunque in tutta Spinea, infatti è noto a tutti il binomio più strade più traffico.
Questo, nell'attuale situazione di forte ritardo del completamento delle opere di "protezione degli abitanti" diventerebbe colpevolmente tragico, quale epilogo di una vecchia storia che si ripete: i cittadini sono sempre gli ultimi ad essere considerati e la loro vita e salute, viene sempre dopo dei grandi interessi.

In un incontro avvenuto ieri con il Consigliere di RC uscente Alessandro Fontana, rappresentante della Lista Civica SPINEA ROSSO VERDE PER IL CAMBIAMENTO, hanno chiesto di considerare la loro situazione come situazione di massima allerta per la condizione di salute e di vivibiltà di tutti i cittadini di quella zona.

Infatti, nonostante le promesse, mentre fervono i lavori per il casello, per la rotonda della fossa, mancano completamente le opere di tutela ambientale, le piste ciclabili ed è fortemente compromessa la viabilità di raccordo con il centro di Spinea e Mirano.

Vivono quindi con apprensione la latitanza politica - il sindaco non si fa trovare e ricevere - e non si fidano delle ennesime promesse.

Sono cittadini che si sentono ingiustamente abbandonati ad un destino che li penalizza e purtoppo li penalizzerà per sempre.

11 marzo 2009

LA PRIMAVERA DELLA SCUOLA MANI-FESTA


MANIFESTAZIONE


REGIONALE




SABATO 21 marzo 2009


da tutto il Veneto


prendiamo un treno per


VENEZIA


la PRIMAVERA della SCUOLA

MANI>FESTA


ritrovo nel piazzale della stazione di Venezia S.L.

dalle 15.45 alle 16.15

tutti insieme andremo all’Ufficio Scolastico Regionale !


Si toglie, si taglia alla scuola pubblica. Noi non ci stiamo!

Costruiamo tutti insieme un serpentone colorato, una manifestazione e una festa

Consegneremo all’Ufficio Scolastico Regionale i moduli con le firme per una “Buona Scuola” raccolti dai comitati in questi mesi di mobilitazione

in tante scuole di tutto il Veneto.

Per dire che siamo indignati perché, a casa nostra, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli. Per ribadire che i provvedimenti del governo sono uno svuotamento culturale e pedagogico della scuola pubblica, finalizzati unicamente ad un miope risparmio. La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!

Non portiamo bandiere o simboli di partito, sindacati, organizzazioni.

Partecipiamo con gli striscioni, i colori e i cartelli dei comitati.

Prepariamo e portiamo uno scambio di merende,

strumenti musicali e sonori!
Clown, animazioni, laboratori per tutti in Campo S. Geremia!

Portiamo palloncini colorati:

faremo volare la nostra determinazione per una scuola pubblica di qualità

Ritrovo in stazione a Padova: dalle 14.15 alle 14.30->Partenza del treno: 14:37


Comincia la fase due,

inizia in tutta Italia la campagna di primavera!

Oggi sappiamo che le 24 e le 27 ore sono state bocciate da oltre il 90% dei genitori!
Adesso vogliamo gli organici per le 30 e le 40 ore!

L’abbiamo sempre affermato con forza e oggi continuiamo a ribadirlo.

Non è una questione di "5 ore in più" di organico settimanale per salvaguardare il “tempo-lungo” e il servizio mensa, non c'è un "particolare modello veneto" di scuola da difendere!


E' la salvaguardia della qualità formativa, il mantenimento dei laboratori, della pluralità docente, delle compresenze, del tempo-scuola disteso per proporre i tanti alfabeti e linguaggi disciplinari.


E’ questa la scuola che guarda al futuro, dove le risorse, finanziarie e umane, devono garantire ciò che le famiglie italiane hanno scelto e di cui le scuole hanno bisogno:

una scuola lunga (30 e 40 ore) e di qualità, di tutti e per tutti !!!
Non esiste il nesso “più tagli = maggiore qualità”

La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!

07 marzo 2009

8 marzo - Festa internazionale della donna


Tratto da Wikipedia

La Giornata Internazionale della Donna, più conosciuta come Festa della Donna è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ed è una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo occidentale l'8 marzo. L'usanza di regalare mimose in occasione della festa non è invece diffusa ovunque. L'8 marzo era originariamente una giornata di lotta, specialmente nell'ambito delle associazioni femministe: il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli. Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche - se non soprattutto - da connotati di carattere.

L'origine

La prima giornata internazionale della donna fu celebrata il
28 febbraio 1909 negli Stati Uniti in seguito alla sua dichiarazione da parte del Partito Socialista Americano.
L'idea di istituire una giornata internazionale della donna fu per la prima volta presa in considerazione all'alba del 20° secolo, quando la rapida industrializzazione e l'espansione economica portarono a molteplici proteste sulle condizioni di lavoro. La data dell'8 marzo deriva da una leggenda sorta fra i circoli comunisti francesi negli
anni '50,[1] secondo la quale alcune operaie di fabbriche tessili e di confezioni avrebbero condotto una di tali proteste l'8 marzo del 1857 nella città di New York per manifestare contro le precarie condizioni di lavoro e i bassi salari, ma furono attaccate e disperse dalla polizia.
Fra gli altri eventi storici commemora
l'incendio della fabbrica Triangle (New York, 1911), dove 148 persone, la maggior parte donne[2] immigrate (moltissime di origine italiana), persero la vita.
Nel
1910 si tenne la prima conferenza internazionale delle donne nell'ambito della seconda internazionale socialista a Copenaghen, nell'edificio del movimento operaio al 69 di Jagtvej la Folkets Hus (Casa del Popolo) chiamata poi "Ungdomshuset". Qui più di 100 donne rappresentanti di 17 paesi scelsero di istituire una festa per onorare la lotta femminile per l'ottenimento dell'uguaglianza sociale, chiamata Giornata internazionale della Donna. L'anno seguente, la giornata mondiale della donna segnò oltre un milione di manifestanti in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Poco dopo il 25 marzo 1911 l'incendio della fabbrica Triangle uccise 148 lavoratori. L'insufficienza delle misure di sicurezza è considerata la causa dell'alto numero di morti. Questo portò molta attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, tema molto caro alle giornate internazionali della donna degli anni seguenti. Più tardi, all'inizio della prima guerra mondiale, le donne di tutta europa tennero delle marce di pace l'8 marzo 1913.
La donne russe si ritrovarono a manifestare il
23 febbraio 1917 (l'8 marzo del calendario giuliano) per la morte di circa 2 milioni di soldati russi morti in guerra. Le proteste continuarono per vari giorni fintanto che lo Zar fu costretto ad abdicare ed il governo dovette concedere il diritto al voto anche alle donne. Da quell'anno la festa viene celebrata in una data fissa, mentre precedentemente era festeggiata l'ultima domenica di febbraio.
In
Italia, nel secondo dopoguerra, la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8 marzo l'ormai tradizionale fiore della mimosa.
Nell'ovest la giornata mondiale della donna fu commemorata comunque anche se con sempre meno successo, fino alla nascita del
femminismo negli anni '60.
Il
1975 fu designato come 'Anno Internazionale dell Donne' dalle Nazioni Unite. Le organizzazioni delle donne hanno osservato la giornata internazionale della donna in tutto il mondo l'8 marzo tenendo eventi su larga scala che onorassero gli avanzamenti della donna e ricordassero diligentemente che la continua vigilanza e l'azione sono richieste per assicurare che l'uguaglianza delle donne sia ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita. A partire da quell'anno la Nazioni Unite hanno cominciato a celebrare la giornata internazionale della donna l'8 marzo. Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una "giornata delle nazioni unite per i diritti della donna e la pace internazionale" da osservare in un qualsiasi giorno dell'anno dagli stati membri in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'assemblea generale riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe anche l'urgenza di porre fine alla discriminazione ed ad aumentare il supporto alla piena ed eguale partecipazione.

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