21 marzo 2009

SABATO 21 MARZO - VENEZIA - MANIFESTAZIONE REGIONALE- LA PRIMAVERA DELLA SCUOLA MANI>FESTA -


Bellissima manifestazione sabato pomeriggio a Venezia.

I comitati per la buona scuola del Veneto, genitori ed insegnanti, avevano indetto una manifestazione regionale per ribadire il vero e proprio referendum rappresentato dalle preiscrizioni per la scuola primaria scadute il 28 febbraio.
Ben il 98% di genitori del Veneto ha scelto il tempo pieno e il tempo lungo, bocciando le 24 ore con il maestro unico.
Ieri un migliaio tra genitori ed insegnanti ha marciato dalla Stazione FF.SS fino a c.po San Geremia - sede regionale RAI - e ha presidiato il campo con musica , giochi, materiale informativo contro la manovra gelmini/tremonti, contro il maestro unico. Ben 30.000 i moduli alternativi raccolti nel Veneto dalla segreterie della buona scuola.

I precari della scuola presenti alla manifestazione hanno distribuito il volantino qui sotto.



------------------------------------VOLANTINO PRECARI ----------------------------------

Manovra Tremonti /Gelmini sulla scuola:
131.900 licenziamenti in tre anni,
in cinque anni quasi 200.000 docenti e ata licenziati!

I tagli previsti nei prossimi anni al personale della scuola pubblica, rappresentano il più grande licenziamento di massa della storia della Repubblica Italiana.


Decine di migliaia di precari, ai quali scadrà il contratto a tempo determinato il prossimo 30 giugno o 31 agosto, e che non saranno riassunti all´inizio del prossimo anno scolastico, non potranno neppure rivendicare lo status di licenziato, di disoccupato e saranno destinati all´invisibilità.
Nel Veneto è previsto per il prossimo anno un aumento di circa 7.000 alunni.
Abbiamo assistito inoltre ad un vero e proprio plebiscito, - addirittura il 98% - da parte delle famiglie nel richiedere, al momento delle prescrizioni alla scuola primaria, il tempo lungo e il tempo pieno, escludendo le 24 ore con il maestro unico della Gelmini. Famiglie che ora attendono un organico di docenti e A.T.A. adeguato per un buon tempo scuola.
Di fronte a questo, il piano Tremonti - Gelmini della Legge 133 prevede per il Veneto (solo per il prossimo a.s., ma i tagli continueranno anche negli anni successivi) un taglio di circa 3.500/4.000 docenti, oltre a ben il 17% in meno, in tre anni, del personale A.T.A..

I precari della scuola devono alzare la testa!

Il sistema d´istruzione, in questi anni, ha funzionato per il loro lavoro ed ora la Gelmini intende smantellare la scuola pubblica, riducendo orari, togliendo materie, ritornando alla "maestra unica", aumentando in modo spropositato e contro tutte le norme sull´edilizia scolastica e la sicurezza, il numero di allievi per classe, per espellere definitivamente dalla scuola e dal mondo del lavoro, migliaia e migliaia di docenti e ata, anche dopo decenni di servizio e concorsi superati.
L´ex ministro Fioroni (PD), responsabile comunque dei tagli degli anni scorsi, ha presentato al Parlamento una proposta per una indennità di disoccupazione speciale rivolta ai precari della scuola: una sorta di elemosina per coloro che resteranno fuori dalle nomine del prossimo anno, avendo lavorato quest´anno per almeno 180 giorni.
Già alcuni sindacati pare siano disponibili a trattare su questa ipotesi.
Nessuno deve trattare sulla nostra testa!
La scuola non è una fabbrica in crisi, non è un´azienda che non riesce a vendere le proprie merci ed è costretta a produrre di meno, eliminando parte della propria forza-lavoro con licenziamenti e cassa integrazione.
La Scuola anzi presenta un aumento di iscrizioni ed un aumento di domanda sociale di istruzione e formazione, proprio per uscire dalla crisi.
Vogliono espellere i precari, smantellando la scuola pubblica.

TUTTO PER FARE CASSA CON TAGLI PER 8 MILIARDI ALLA SPESA PER L´ISTRUZIONE.
MILIARDI DI EURO DA VERSARE A BANCHE ED IMPRESE RESPONSABILI DELLA CRISI ECONOMICA GLOBALE

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!


RETE ORGANIZZATA DOCENTI E ATA PRECARI del Veneto
Venezia, 21 marzo 2009


Alla manifestazione hanno partecipato i rappresentanti dei Comitati dei genitori e degli insegnanti delle scuole di Spinea






15 marzo 2009

Il Comitato cittadini di Crea e il Passante

PASSANTE APERTO E A CREA NON SI DORME E NON SI VIVE PIU'

I cittadini di Crea sono indignati per come si vive nelle loro case da quando è stato aperto il passante Dolo Quartod'Altino.
Infatti la loro vita è fortemente peggiorata da quando sono arrivate le prime ruspe per la costruzione della bretella più discussa del momento. Oggi, che da alcune settimane, l'arteria, inneggiata come il gioiello d'Italia, è stata aperta, hanno smesso del tutto di vivere serenamente.

La qualità della vita è scaduta, così come la qualità dell'aria.

Tutto compromesso dall'incredibile vicinanza dell'asse stradale alle case adiacenti a via Rossini.
Chi conosce la zona la ricorda come una tranquilla zona residenziale alla periferia estrema di Spinea, ai confini con il comune di Mira e Mirano.
Ora non si crede a quello che si vede.

Dai giardini di casa questi cittadini possono solo ammirare un panorama desolante, possono solo respirare polveri sottili, possono solo ascoltare la colonna sonora dal passaggio di 36000 veicoli al giorno, Tir compresi.



Un' esistenza rovinata, in nome della viabilità del Veneto, se non di tutto il Nord-est.
Loro però non ci stanno; si sono organizzati con un Comitato e hanno fatto una raccolta di firme che hanno presentato al Commissario per il Passante Silvano Vernizzi, al Sindaco di Spinea, Al Presidente della Giunta Regionale, all'assessore Trasporti Regione R. Chisso, al Direttore ASSL 13 A. Orsini, al Presidente della Provincia D. Zoggia e al Direttore dell'ARPAV A. Drago.
Chiedono tra le altre cose come mai è stato aperto il passante senza provvedere alla sistemazione delle opere ambientali di mitigazione. Infatti come si può vedere dalle foto proprio in coincidenza del tratto corrispondente con le case di via Rossini, assurdamente non vi sono le barriere fonoassorbenti.

Questo però, anche ammesso che l'intervento venga fatto immediatamente, non sarà sufficiente a garantire la mitigazione dell'impatto ambientale che tale opera ha nel contesto abitativo.

Inoltre per completare la panoramica dell'accanimento ambientale contro i cittadini di questa zona, incombe la prevista apertura per fine maggio del nuovo casello che passa proprio dietro alle stesse case.
Quindi oltre a chiede barriere, però più alte di quelle esistenti in alcuni tratti, i cittadini di Crea vogliono garanzie sull'esecuzione della messa in opera, per tutto il tratto che confina con via Rossini, di una collina di terrapieno, plantumata con vegetazione adatta alla mitigazione.

PERICOLO APERTURA CASELLO
I cittadini inoltre sono fortemente preoccupati per l'apertura del casello a Crea, non in contemporanea con quello di Scorzè/Martellago. Infatti nelle intenzioni della Regione è di completare la fruibilita del collegamento Dolo - Quarto d'Altino con la prossima apertura di giugno del Casello di Spinea e nel 2010 quello di Martellago.
Ciò provocherà un forte aumento del traffico nella zona di Crea e comunque in tutta Spinea, infatti è noto a tutti il binomio più strade più traffico.
Questo, nell'attuale situazione di forte ritardo del completamento delle opere di "protezione degli abitanti" diventerebbe colpevolmente tragico, quale epilogo di una vecchia storia che si ripete: i cittadini sono sempre gli ultimi ad essere considerati e la loro vita e salute, viene sempre dopo dei grandi interessi.

In un incontro avvenuto ieri con il Consigliere di RC uscente Alessandro Fontana, rappresentante della Lista Civica SPINEA ROSSO VERDE PER IL CAMBIAMENTO, hanno chiesto di considerare la loro situazione come situazione di massima allerta per la condizione di salute e di vivibiltà di tutti i cittadini di quella zona.

Infatti, nonostante le promesse, mentre fervono i lavori per il casello, per la rotonda della fossa, mancano completamente le opere di tutela ambientale, le piste ciclabili ed è fortemente compromessa la viabilità di raccordo con il centro di Spinea e Mirano.

Vivono quindi con apprensione la latitanza politica - il sindaco non si fa trovare e ricevere - e non si fidano delle ennesime promesse.

Sono cittadini che si sentono ingiustamente abbandonati ad un destino che li penalizza e purtoppo li penalizzerà per sempre.

11 marzo 2009

LA PRIMAVERA DELLA SCUOLA MANI-FESTA


MANIFESTAZIONE


REGIONALE




SABATO 21 marzo 2009


da tutto il Veneto


prendiamo un treno per


VENEZIA


la PRIMAVERA della SCUOLA

MANI>FESTA


ritrovo nel piazzale della stazione di Venezia S.L.

dalle 15.45 alle 16.15

tutti insieme andremo all’Ufficio Scolastico Regionale !


Si toglie, si taglia alla scuola pubblica. Noi non ci stiamo!

Costruiamo tutti insieme un serpentone colorato, una manifestazione e una festa

Consegneremo all’Ufficio Scolastico Regionale i moduli con le firme per una “Buona Scuola” raccolti dai comitati in questi mesi di mobilitazione

in tante scuole di tutto il Veneto.

Per dire che siamo indignati perché, a casa nostra, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli. Per ribadire che i provvedimenti del governo sono uno svuotamento culturale e pedagogico della scuola pubblica, finalizzati unicamente ad un miope risparmio. La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!

Non portiamo bandiere o simboli di partito, sindacati, organizzazioni.

Partecipiamo con gli striscioni, i colori e i cartelli dei comitati.

Prepariamo e portiamo uno scambio di merende,

strumenti musicali e sonori!
Clown, animazioni, laboratori per tutti in Campo S. Geremia!

Portiamo palloncini colorati:

faremo volare la nostra determinazione per una scuola pubblica di qualità

Ritrovo in stazione a Padova: dalle 14.15 alle 14.30->Partenza del treno: 14:37


Comincia la fase due,

inizia in tutta Italia la campagna di primavera!

Oggi sappiamo che le 24 e le 27 ore sono state bocciate da oltre il 90% dei genitori!
Adesso vogliamo gli organici per le 30 e le 40 ore!

L’abbiamo sempre affermato con forza e oggi continuiamo a ribadirlo.

Non è una questione di "5 ore in più" di organico settimanale per salvaguardare il “tempo-lungo” e il servizio mensa, non c'è un "particolare modello veneto" di scuola da difendere!


E' la salvaguardia della qualità formativa, il mantenimento dei laboratori, della pluralità docente, delle compresenze, del tempo-scuola disteso per proporre i tanti alfabeti e linguaggi disciplinari.


E’ questa la scuola che guarda al futuro, dove le risorse, finanziarie e umane, devono garantire ciò che le famiglie italiane hanno scelto e di cui le scuole hanno bisogno:

una scuola lunga (30 e 40 ore) e di qualità, di tutti e per tutti !!!
Non esiste il nesso “più tagli = maggiore qualità”

La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!

07 marzo 2009

8 marzo - Festa internazionale della donna


Tratto da Wikipedia

La Giornata Internazionale della Donna, più conosciuta come Festa della Donna è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ed è una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo occidentale l'8 marzo. L'usanza di regalare mimose in occasione della festa non è invece diffusa ovunque. L'8 marzo era originariamente una giornata di lotta, specialmente nell'ambito delle associazioni femministe: il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli. Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche - se non soprattutto - da connotati di carattere.

L'origine

La prima giornata internazionale della donna fu celebrata il
28 febbraio 1909 negli Stati Uniti in seguito alla sua dichiarazione da parte del Partito Socialista Americano.
L'idea di istituire una giornata internazionale della donna fu per la prima volta presa in considerazione all'alba del 20° secolo, quando la rapida industrializzazione e l'espansione economica portarono a molteplici proteste sulle condizioni di lavoro. La data dell'8 marzo deriva da una leggenda sorta fra i circoli comunisti francesi negli
anni '50,[1] secondo la quale alcune operaie di fabbriche tessili e di confezioni avrebbero condotto una di tali proteste l'8 marzo del 1857 nella città di New York per manifestare contro le precarie condizioni di lavoro e i bassi salari, ma furono attaccate e disperse dalla polizia.
Fra gli altri eventi storici commemora
l'incendio della fabbrica Triangle (New York, 1911), dove 148 persone, la maggior parte donne[2] immigrate (moltissime di origine italiana), persero la vita.
Nel
1910 si tenne la prima conferenza internazionale delle donne nell'ambito della seconda internazionale socialista a Copenaghen, nell'edificio del movimento operaio al 69 di Jagtvej la Folkets Hus (Casa del Popolo) chiamata poi "Ungdomshuset". Qui più di 100 donne rappresentanti di 17 paesi scelsero di istituire una festa per onorare la lotta femminile per l'ottenimento dell'uguaglianza sociale, chiamata Giornata internazionale della Donna. L'anno seguente, la giornata mondiale della donna segnò oltre un milione di manifestanti in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Poco dopo il 25 marzo 1911 l'incendio della fabbrica Triangle uccise 148 lavoratori. L'insufficienza delle misure di sicurezza è considerata la causa dell'alto numero di morti. Questo portò molta attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, tema molto caro alle giornate internazionali della donna degli anni seguenti. Più tardi, all'inizio della prima guerra mondiale, le donne di tutta europa tennero delle marce di pace l'8 marzo 1913.
La donne russe si ritrovarono a manifestare il
23 febbraio 1917 (l'8 marzo del calendario giuliano) per la morte di circa 2 milioni di soldati russi morti in guerra. Le proteste continuarono per vari giorni fintanto che lo Zar fu costretto ad abdicare ed il governo dovette concedere il diritto al voto anche alle donne. Da quell'anno la festa viene celebrata in una data fissa, mentre precedentemente era festeggiata l'ultima domenica di febbraio.
In
Italia, nel secondo dopoguerra, la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8 marzo l'ormai tradizionale fiore della mimosa.
Nell'ovest la giornata mondiale della donna fu commemorata comunque anche se con sempre meno successo, fino alla nascita del
femminismo negli anni '60.
Il
1975 fu designato come 'Anno Internazionale dell Donne' dalle Nazioni Unite. Le organizzazioni delle donne hanno osservato la giornata internazionale della donna in tutto il mondo l'8 marzo tenendo eventi su larga scala che onorassero gli avanzamenti della donna e ricordassero diligentemente che la continua vigilanza e l'azione sono richieste per assicurare che l'uguaglianza delle donne sia ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita. A partire da quell'anno la Nazioni Unite hanno cominciato a celebrare la giornata internazionale della donna l'8 marzo. Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una "giornata delle nazioni unite per i diritti della donna e la pace internazionale" da osservare in un qualsiasi giorno dell'anno dagli stati membri in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'assemblea generale riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe anche l'urgenza di porre fine alla discriminazione ed ad aumentare il supporto alla piena ed eguale partecipazione.

04 marzo 2009

Informazioni su iniziative a difesa della scuola




Stefano Comin del Comitato Gemitori insegnanti di Spinea ci ha consegnato questo messaggio:

Buongiorno a tutti,
torno a rubarvi del tempo per riproporre alcune questioni legate ai problemi della scuola.

Per chi non ricordasse, mi sono impegnato con altri genitori e insegnanti ad affrontare le problematiche emerse nel mondo della scuola dopo l'introduzione della "riforma Gelmini".

Ieri ho partecipato ad una assemblea di tutti i comitati genitori-insegnanti del Veneto per valutare il proseguimento delle iniziative a difesa della scuola.

E' stata proposta una iniziativa da svolgersi verso la fine del mese di Marzo, durante la quale verranno consegnati all'ufficio regionale scolastico (Venezia) i moduli sottoscritti dai genitori per il mantenimento di una " buona Scuola".

Successivamente dovranno essere prese delle iniziative per continuare a informare su cosa può comportare la riforma a livello di insegnamento ovvero la perdita di qualità.

Non voglio dilungarmi, chiedo a tutte le persone che vivono con preoccupazione e inquietudine questo momento che riguarda i nostri bambini e la nostra società la disponibilità, senza particolare impegno, a far parte del comitato genitori-insegnanti di Spinea.

Chi fosse interessato può fare riferimento alla mia persona a questo indirizzo. Sarà mio compito divulgare ogni informazione o iniziativa in mio possesso.

In conclusione, chiedo cortesemente il favore di divulgare questa iniziativa ai conoscenti, amici, genitori, insegnanti di Spinea che potrebbero essere interessati.

Un saluto e un grazie sincero
A presto
Stefano Comin
349 3163448

01 marzo 2009

ENERGIA NUCLEARE? No grazie! - il dibattito -



Intervista a Gianni Francesco Mattioli tratto da E polis 26 febb 2009

Gianni F. Mattioli è nato a Genova il 29 gennaio 1940. È laureato in Fisica, disciplina nella quale ha intrapreso la sua carriera accademica, fino ad arrivare all’insegnamento presso l’Università "la Sapienza" di Roma, presso la facoltà di Fisica. Presso questo dipartimento Mattioli svolge la propria ricerca teorica nel campo delle Particelle Elementari e della Meccanica Quantistica fino al 1977, quando, casualmente, viene a contatto con il caso delle popolazioni di Montalto di Castro, dove sta per essere insediata una Centrale Nucleare. Da allora la passione e l’impegno civile a favore della tutela della salute e dell’ambiente diventeranno i cardini delle sue attività, che sfoceranno ben presto nell’impegno politico schierato sul versante ecologista.
Nel 1978, assieme al collega Massimo Scalia fonda il Comitato per la Scelta dell’Energia; partecipa ai lavori di diverse commissioni inerenti questioni come le forme alternative di energia e l’inquinamento atmosferico promosse dal Parlamento Italiano, dal Consiglio Europeo, dalle giunte regionali e dai sindacati unitari. Intanto prosegue la ricerca nel campo delle particelle subnucleari, sui principi della meccanica quantistica collegandone i contenuti e le prospettive agli argomenti della propria attività in tutela dell’ambiente e della salute dalle radiazioni nucleari.
È co – fondatore della rivista "Quale energia?". Nel 1987 diviene membro del Comitato della Conferenza Nazionale per l’Energia; nel 1987 viene eletto deputato per la lista della Federazione dei Verdi, ed è nominato membro della Commissione per la programmazione del Bilancio e del Tesoro. Nello stesso anno ottiene la nomina di presidente della Federazione dei Verdi, nel cui consiglio federale rimarrà, come membro effettivo, fino al 1992.
Rieletto deputato nello stesso anno è nominato vice presidente della Commissione per l’Ambiente, il Territorio e i Lavori Pubblici. Negli stessi anni è uno dei membri del comitato promotore del movimento politico "Verso Alleanza Democratica".
Nelle elezioni politiche del Marzo 1994 viene rieletto deputato nella lista della Federazione dei Verdi, diventando vice presidente dello stesso gruppo parlamentare per la Camera dei Deputati.
È nuovamente eletto deputato nelle elezioni politiche dell’aprile 1996 con lo schieramento dell’Ulivo, carica che conserva tuttora nel Parlamento della Repubblica
Dal Giugno 1996 all’ottobre 1998 è sottosegretario al Ministero per i Lavori Pubblici, con il governo Prodi.
Come professore di Fisica matematica presso L’Università "la Sapienza" di Roma è membro del gruppo di ricerca in Fisica matematica presso il Consiglio nazionale delle ricerche (C.N.R.), nonché ricercatore di Meccanica Applicata, e consigliere membro dell’EURISPES – Istituto di Studi Politici Economici e Sociali.
Fa parte dell’Associazione Italiana di Radioprotezione, del comitato esecutivo di "Italia Nostra", del comitato esecutivo di "Legambiente".


PIANO ENERGETICO - Sul piano energetico, abbiamo degli impegni con l'Europa?
L'impegno che l'Italia ha assunto con l'Ue è incompatibile con questa scelta del governo Berlusconi. L'Europa ci chiama a fare entro il 2020 il 40 % dei consumi di energia, di cui il 20% di fonti rinnovabili e il 20& di fonti rinnovabili e il 20% di tecnologie di risparmio energetico. Il progetto di Berlusconi è quello di coprire col nucleare appena il 25%, ma per i soli consumi elettrici, che rappresentano circa 1/5 dei consumi.

AUTONOMIA ENERGETICA- E' giusto associare all'autonomia energetica? Mi vien da sorridere quando sento parlare di autonomia energetica. Perchè, l'Italia ha forse significative disponibilità di uranio?


SICUREZZA CENTRALI E sulla sicurezza delle centrali? Gli impianti che vorremmo prendere dalla Francia sono solo di terza generazione. Il nuovo arriverà solo con la quarta generazione, verso il 2030. Non voglio fare dietrologia, posso solo sperare che si tratti di ignoranza: non mi pare che Berlusconi o Scajola pratichino molto I centri di ricerca.

QUALE ENERGIA - Su quale tipo di energia bisognerebbe puntare oggi? Basta guardare quel che sta facendo la Spagna, la Germania, la Danimarca o quello che vuol fare Obama. C'è una corsa accelerata verso le fonti pulite, cioè sole e vento. Noi possiamo aggiungere anche la geotermia e un pò di idroelettricità.

SMALTIMENTO DELLE SCORIE – L'Italia promette di adeguarsi alle norme d'oltralpe. Ma c'è un metodo sicuro per smaltire le scorie? Sarkozy se ne guarderebbe bene dal dire certe sciocchezze: ad esempio si sperava che fossero praticabili insediamenti in rocce saline, ma l'esperienza dimostra che lungo I crini dei cristalli salini l'acqua scorre e come. Anche gli Usa hanno abbandonato quella via. I francesi li collocano a 500 metri di profondità. La questione delle scorie è totalmente risolta.

NUCLEARE ECONOMICAMENTE CONVENIENTE - Almeno il nucleare è conveniente dal punto di vista economico? Certo può costar poco in Francia, dove il nucleare è del tutto statale e gli usi militari coprono le spese.

E GLI ITALIANI COSA DICONO – Scajola dice che ora gli italiani son d'accordo con quella scelta.? E' falso perchè l'Eurobarometro dà ancora in Italia una maggioranza di oppositori, sia pur piccola. Non mi stupisco che sia così, complice il giornalismo italiano. Provi un pò a dire all'oppinione pubblica che la Commissione internazionale di radioprotezione ripete, ancora nel 2007, che dosi anche piccole di radiazioni, innescano tumori e leucemie sulle cellule somatiche e, se riguardano le cellule genetiche, provocano danni alle generazioni successive. Perchè nessuno lo dice? Chiediamo a Berlusconi dove metterà gli impianti, poi vedremo come si metterà questo consenso.


Morte ai fanatici ambientalisti


di DARIO FO


PROPRIO ieri 24 febbraio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha presentato a camere riunite il suo progetto riguardo la produzione di energia e ha specificato che la produzione sarà pulita e rinnovabile. Inoltre, ha annunciato la quota di denaro che lo Stato americano ha intenzione di stanziare a cominciare da subito. Ha aggiunto: "Il nostro primo obiettivo è quello di riuscire ad abbattere drasticamente l'inquinamento atmosferico e l'effetto serra".

Il giorno stesso, a Roma, il nostro primo ministro Berlusconi firmava un accordo per attuare nel nostro paese l'impianto di ben quattro centrali nucleari di terza generazione, e non ha assolutamente parlato dei problemi di riscaldamento globale. Segnaliamo a questo proposito che l'inquinamento della città di Milano per ben 35 giorni sui 55 dall'inizio dell'anno ha superato il livello di inquinamento atmosferico, raggiungendo i 171 microgrammi di polveri sottili, contro i 50 del limite europeo. Ma il Governo italiano e il Comune di Milano non fanno una piega.

Tornando al nucleare, Berlusconi ci dà notizia dell'avvenuto accordo sfoderando un sorriso compiaciuto. E aggiunge che finalmente si è "abbattuto il fanatismo ecologico di una parte politica che già vent'anni fa ci aveva impedito di terminare la costruzione di due nuove centrali". Quindi si torna al nucleare? Ma come, ci siamo battuti tanto, il 70% degli italiani nel referendum sulle centrali ha votato contro, e lui ci definisce in massa fanatici dell'ecologia? E specifica che quello nucleare è un metodo ormai controllabile e sicuro. Ma come sicuro? Silvio, ti sei scordato che non più tardi dell'anno scorso in Francia succedeva un disastro: dall'impianto nucleare più importante della nazione, fuoriuscivano scorie tossiche che colpivano dieci operai. "Ma, calma!" dice il ministro francese, "degli operai sono stati colpiti dalle esalazioni, è vero, ma solo leggermente". Cosa significa "leggermente"? Significa che i danni procurati alla salute di quei dipendenti sono insignificanti: gli son diventati i capelli un po' azzurri, gli occhi fluorescenti e la pelle leggermente squamata. Qualcuno ha anche le branchie, ma gli stanno bene.


Ma io mi chiedo, questo nostro presidente è disinformato naturale o ha studiato per diventarlo? Nessuno gli ha detto che, a parte il pericolo continuo di disastro tipo Chèrnobyl, per il nucleare esiste il problema delle scorie? E che noi, in Italia, per il solo fatto di aver messo in funzione un paio di centrali nucleari cinquant'anni fa, ancora oggi abbiamo scorie che non sappiamo dove sbattere? E lo stesso accade anche in Francia, Il presidente ha dichiarato che entro il 2020 da noi sarà già attiva la prima delle quattro centrali previste. Ma quel cervello incandescente di governante sa cosa costa montare una centrale nucleare? In Finlandia ne stanno costruendo giusto una di ultima generazione. Avevano previsto che sarebbe costata un miliardo di euro, ma a metà percorso si sono accorti che il miliardo previsto s'era raddoppiato, due miliardi. Ora i responsabili della centrale, gente preparata e onesta, hanno avvertito che il valore dell'energia che riusciranno a produrre con quella loro centrale non riuscirà a coprire neanche la metà dei costi di fabbricazione ed impianto. Non solo, ma che la perdita aumenterà a dismisura quando, fra una ventina d'anni, come di norma, dovranno smontare tutto l'impianto e preoccuparsi di imballare ogni elemento dentro un enorme container in cemento armato, e poi andare a sistemarlo in uno spazio scavato nella roccia a un minimo di dieci metri sotto il livello del suolo.

E il nostro presidente, sempre lui, Silvio Eta Beta, assicura che l'energia nucleare è la più economica e produce ampi vantaggi e viene smentito immediatamente da ogni scienziato onesto e informato che lo sbeffeggia: "Ma che dici, Eta? Attento a te, i reattori funzionano solo grazie all'uranio arricchito. Ora devi sapere che negli ultimi anni il prezzo di questo propellente è aumentato di addirittura sette volte, per la semplice ragione che le riserve stanno per finire; e giacché il governo italiano ha appreso che per soddisfare l'intiero bisogno della nazione si dovrebbero realizzare, sul vostro territorio, almeno sessanta centrali dell'ultima generazione, dove andate a sbattere? Vi è sfuggito il particolare che per raggiungere questo numero abbisognano almeno trent'anni, con una spesa da fantascienza? E poi c'è il guaio che proprio in ragione dell'enorme numero di centrali che ogni paese cosiddetto civile ha in programma di costruire, entro quindici anni di uranio fruibile non ce ne sarà più e allora con cosa le fai andare le sessanta centrali, con le noccioline? O col popcorn?! E poi, cervellone mio, ci spieghi in quale zona o territorio hai in mente di costruirle queste centrali? Nessuno ti ha detto che l'Italia è un paese a forte incidenza tellurica? E che dal nord al sud più profondo non c'è luogo dove sia pensabile montarci un impianto nucleare? L'unico sicuro sarebbe Roma, anzi il Vaticano è proprio il punto ideale... io insisto e firmo per una soluzione del genere.





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